giovedì 11 aprile 2013

Only dust on my feet



Moltissimi anni fa, qualcuno mi raccontò una storia. Una leggenda.

Si parlava di angeli. Angeli caduti dal cielo.  Si palava della nascita dei Diavoli.

Non ricordo perfettamente la storia, ma una cosa mi rimase in mente fin dalla prima volta che ebbi la fortuna di sentirla. I diavoli nacquero per il troppo amore nei confronti di Dio. La leggenda raccontava come gli angeli più vicini al Signore lo amassero a tal punto da non rispettare la sua scelta di creare ed amare, nonché rendere prediletti, i nuovi figli nati dalla terra. Loro, gli angeli, erano da sempre gli unici figli di Dio, erano nati dal fuoco e dal suo respiro, mentre gli umani erano nati dalla terra sporca di un pianeta inospitale. Non erano come loro, non erano elevati e fin da subito si erano dimostrati rozzi, inopportuni… degli animali dediti ad uccidersi a vicenda, dediti alla guerra. E questo per loro era inammissibile. Loro così potenti e dediti al loro signore, gli altri così infimi deboli che arrancavano per ottenere sempre più. Ma il Signore non cedette, amava i suoi figli tutti e chiese agli angeli a lui più vicino di fare altrettanto. Ma gli angeli non accettarono questo affronto, non accettarono di amare e sottomettersi agli ultimi arrivati, agli esseri infimi, neanche quando il Signore spiegò loro che si comportavano in questo modo perché desideravano anche loro l’amore da parte sua, da parte loro. Desideravano la beatitudine.
Si ribellarono, vennero cacciati dal paradiso e caddero.

Diventarono degli angeli caduti, caduti dal cielo, cacciati dal paradiso e dalla cerchia più vicina al signore. La forza di quel gesto era tale, che nell’impatto con la terra persero tutto e crearono un cratere così enorme da essere allo stesso tempo vuoto. Rimasero soli, soli con se stessi. Privi di beatitudine, allontanati dal loro Signore, soli con un amore che divenne rabbia verso i mortali, che divenne odio verso il loro Dio.

Così nacquero i diavoli.

E noi siamo uguali?

Noi siamo uguali.

Siamo diavoli nati dalla polvere della guerra, risorti dall’inferno. Siamo la nuova generazione di diavoli che sa cosa ha perso e che vuole riottenerla. Amiamo così tanto l’umanità tutta da non permette a nessuno di privarla della libertà, della libertà d’agire, d’amare di vivere senza costrizioni. Noi siamo dei diavoli ma siamo soprattutto gli angeli caduti di questo universo corrotto. Angeli che si macchiano del sangue di ogni guerra, ci spezziamo le ali per i nostri compagni e per la gente che non ci conosce.

Siamo angeli caduti. E continuiamo a cadere, ad inciampare, ad arrancare.

Le colonne portanti del mio universo mi stanno attorno e continuano a sgretolarsi, ad ammaccarsi. Sono tutte li che mi guardano. Mi trovo in un santuario e giro su me stesso a notare come quelle colonne a me attorno assumano il volto delle persone che amo, che ammiro, che stimo. E se un tempo quelle statue erano belle e maestose, di volta in volta guadagnano graffi, crepe, scalfitture. Perdono pezzi. Vedo i loro volti. Jack, Red, Eir, Eivor, Klaus, Sun, Liberty ed ora Sam. Sono li intorno con un braccio alzato a sostenere la volta del futuro ed un braccio a stringere il proprio Mauler. Mi giro e mi rigiro, li guardo e li riguardo, sgretolarsi divenire a mano a mano polvere.
Ed io?

Io ne sarò mai all’altezza? Troverò il mio posto fra quelle colonne? Sosterrò anche io la volta del futuro? Non voglio essere l’unico a stare sotto quella volta.

Lo fanno per me.

Vogliono creare un futuro per me.

Tengono alta la volta per me.

Ed arriverà il giorno in cui la volta resterà finalmente alta nel cielo, senza alcun loro sostegno. Ma arriverà anche la volta in cui loro saranno solo polvere.

Only dust, on my feet.