martedì 4 settembre 2012

Crescere è possibile.



Crescere è possibile.

Mi guardo allo specchio della mia grigia cabina di metallo, sulle pareti dietro il mio riflesso si trovano ancora i segni lasciati dalla ruggine tolta insieme a Cole nei primi giorni di pulizia della Almost. Mi ricordo ancora quel giorno. Avevo chiesto a Cole di lasciarli, mi piacevano perché creavano un alone marrone e a me piace quel colore. In tutta risposta Cole mi diede uno scappellotto prima di affermare che non sarei durato una settimana con la ruggine in quella stanza. Finì che la togliemmo. 

Mi accorgo di star crescendo, ora se sorrido come un bambino davanti allo specchio non mi riconosco più, non credo di essere io. Il sorriso a denti sgranati non mi rappresenta più. Non sono io.  Il che è strano. È bastato un solo giorno. È bastato vedere Liberty col cappotto marrone. Io non lo possiedo più, l’ho lasciato sulla nave prima di andarmene. Nervoso ed arrabbiato dalle continue sue battute mi sono rinchiuso nella mia cuccia, ho preso il rasoio di Red ed ho cominciato a passarlo sulla testa. E mentre le ciocche cadono nel lavandino a scomparsa della mia cabina, il sorriso scema, i denti bianchi scompaiono dietro a due labbra sottili e rosate. Mi ritrovo a passare la macchinetta ed a ritrovarmi con un taglio marziale. “Non sei un soldato” mi è stato detto “Io ho lottato in prima linea” ed anche “Eri solo un bambino, cosa ne sai della guerra?” 

Ero solo un bambino… ed ho vissuto il periodo più delicato della mia vita fra guerriglieri, cadaveri, sangue e polvere da sparo. Mi sono addormentato con lo scoppio delle bombe in sottofondo, con i gattling che sparavano a ripetizione, non ascoltavo ninnananne io, non chiedevo carezze ed attenzioni da parte di mia madre, un soldato, troppo impegnata a salvare non solo la mia vita ma quella di tutti i compaesani. 

Cosa ne so io della guerra?
Poppante? 

La guerra non è finita, dannati idioti. Non sottovalutatemi, voi avete vissuto un periodo di pace prima della guerra. Io no.
Io ho vissuto la guerra più di voi, l’ho respirata, l’ho vista nei volti dei soldati che tornavano per medicarsi o sfamarsi di quel poco che avevamo a disposizione, e l’ho visto negli occhi vitrei dei morti.
Io non ho avuto un infanzia, l’ho passata nella guerra, e la guerra non è ancora finita, quindi a fin dei conti quando voi avrete ancora la cazzo di fortuna di essere vivi, vecchi ma vivi, io sarò ancora in giro a combattere. Ed avrò vissuto più tempo di vuoi in guerra. Una vita.

Questo è quello che mi si prospetta. Una vita sul campo di battaglia.

Sorrido al mio nuovo riflesso. E mi sorprendo di nuovi dettagli sul mio volto.
La mia fronte si sta alzando, le sopracciglia si stanno infoltendo, anche gli occhi ora sono più vispi e senza le ciocche davanti noto che sono di un verde scuro molto intenso. Mi passo una mano sulla mascella più affilata, il mio viso è più magro e definito. Sto crescendo.

È il momento di comportarsi da uomo, se voglio essere trattato come tale.
Un respiro e mi sciacquo il viso, a volte sei costretto a crescere altre volte devi solo scegliere quando. 

Ed il John bambino, il ladruncolo scapestrato che urlava e rideva mi accorgo che poteva vivere in un contesto di follia che si trova a Boros, ma non in una nave di soldati che hanno da rivendicare milioni di vite.

Nessun commento:

Posta un commento