lunedì 13 maggio 2013

I need it.



Non so cosa sia. È come una vibrazione, un agitazione lieve che passa sotto la pelle, che avvolge lo stomaco e che costringe le mani a far sempre qualcosa. 
È una vibrazione sorda, accentua i sensi, porta a muovere gli occhi da una parte all’altra, vagando senza meta alla ricerca di un obiettivo. 
È una sensazione viscerale, è inquietudine, è agitazione. 
È qualcosa che smorza il respiro, non gli permette di andare a fondo, alimentando un peso pressante sul petto.

La notte è sempre più corta.
Il mattino tarda ad arrivare.
Sdraiato non trovi alcuna soluzione.
E cambi posizione, più volte sulla branda, in cerca di soluzioni... che non si lasciano trovare.

Fumi senza considerare il tempo che passa, per misurarlo, conti la cenere che si accumula, guardi fuori dall’oblò della tua cabina.
Il resto ti annoia, resti sdraiato col desiderio d’agire, ma senza voglia di fare. Stai in attesa, aspetti. 
Le orecchie son tese in cerca di un ordine, aspettando gli eventi, aspettando qualcosa, in cerca di risposte ed in cerca di ordini.

È una sensazione pressante, stancante. Sfinisce.
Il tempo sembra non passare mai. Sono bloccato. Immobile. Fra i detriti dei miei familiari, nella credenza di agire in maniera errata. 
Non ho ancora esperienza, non sono ancora pronto, non sto onorando mia madre. 
Voglio agire, voglio scendere sul campo di battaglia con un fucile in mano, voglio falciare i nemici della libertà, voglio far scorrere del sangue blu.

Calm down, Boy! You’re just a kid!

Le nocche si sbiancano I tendini si tirano, I muscoli si contraggono. Le iridi si dilatano e l’adrenalina scorre come benzina in un circuito aspettando la scintilla.
Sono stanco, sono esausto. Troppi problemi, troppe costrizioni, troppi doveri da onorare.

Is to much!

Rivoglio la libertà di un tempo. Rivoglio abbracciare la solitudine, non dover rendere conto a nessuno, ho bisogno d’agire.

I'm a Roser, and I take what I need to survive.

Ho bisogno di combattere, devo fare qualcosa. Non posso aspettare più.

Siamo Diavoli. 
Cosparsi di polvere e sangue. 
Sangue dei nostri cari. 
Morti per una guerra ingiusta. 
Uccisi da bastardi senza anima. 
Uccisi per proteggere la libertà. 

E più volte sento dirmi che dovremmo agire diversamente. Che dovremmo essere cauti, nasconderci ed attaccarli appena è possibile. Ma senza mietere vittime innocenti, senza colpi bassi. 
Perché noi non siamo come loro.

Tutto questo non riesco a capirlo. 
E devo eseguire gli ordini. 
Ordini di qualcun altro. 
Ordini che non reputo giusti.

Dovremmo eliminarli tutti, dovremmo metterli in ginocchio, dovremmo fargli patire il nostro stesso dolore.

E tutto questo mi porta a capire quanto io stia cambiando.

Non riconosco il mio viso, il mio riflesso. 
Vedo quello di un ragazzo che non vuole sentire ragioni. 
Che vuole agire.

Senza remore.