lunedì 8 luglio 2013

I walk and walk again. And I do not want to meet my goal.



Sono tornato diverso, cresciuto, maturo. 

Ho fatto un altro viaggio, ho affrontato nuove prove e sono ritornato, vincitore.

Mi guardo indietro e non riconosco nessuna delle versioni passate di me stesso.

Mi guardo allo specchio e noto molti cambiamenti. Sono più alto, ho più cicatrici. Spalla, braccio, addome. Le ferite si sono accumulate nel tempo come i segni su un mobile di legno. Il mio riflesso mostra lineamenti diversi, maturi, più affilati. Nulla a che vedere con quelli morbidi e fanciulleschi del passato. Ed il mio sorriso. L’arma che ho ritenuto, per tanti anni, essere la migliore in mio possesso, non è più ampio, largo, beffardo, infantile! È sottile, ammiccante, astuto forse anche furbo. Mi vedo cambiato ma non solo fisicamente. Ora vedo il riflesso del mio corpo allo specchio, sono un bel ragazzo. La cosa mi fa sorridere. Vedere come le mie priorità siano cambiate. La famiglia, le donne, il sesso. La guerra.

Sono ritornato cresciuto. Un ragazzino forgiato dalle conseguenze di una guerra che non ha combattuto. Stringo il pugno, vedo i muscoli gonfiarsi, i tendini tirarsi. Mi sento forte. Sento di poter combattere ogni battaglia, sento di poter affrontare ogni sfida, sento di non aver paura di nulla. Mi sento immortale, potente: come un dio.
Ogni giorno mi alleno, forgio il mio fisico, tempro il mio spirito per diventare la miglior arma umana che i Dust Devil possano mai avere. Gli altri hanno combattuto la guerra, ne sono rimasti segnati. Io son cresciuto dopo questa. Comprendo il loro dolore, ma non lo condivido appieno, non posso, non ci riesco. Ero troppo piccolo per ricordare ciò che ho perso. Una madre, dei nonni, ricordo vagamente i loro visi. Ogni anno che passa dimentico qualcosa di loro. È il compromesso con la crescita. Le nuove avventure, la stessa vita di tutti i giorni irrompe nella mente togliendo spazio ai ricordi per crearne di nuovi. La mia famiglia era un mucchio di ragazzini che sopravviveva rubando per strada, che si pugnalava alle spalle. Ora la mia famiglia è composta da soldati feriti nell’animo da una guerra ingiusta. Ed io sono l’unico a non essere stato ferito da questo, o almeno non completamente.

A loro hanno strappato il passato ed il futuro. Una terra, una famiglia, un lavoro, la possibilità di vivere come persone ordinarie, una vita dedita al lavoro, a procreare.

Loro hanno perso tutto. Io non ho perso nulla. Eppure sono in molti quelli dispiaciuti per me, perché non ho avuto modo di vivere come hanno vissuto loro, in pace ed armonia. Ma io mi ritengo fortunato. Ho uno scopo. Ho una missione e non mi preoccupo troppo di quello che non ho potuto avere, prendo ciò che la vita mi mette davanti, e ne traggo tutti i possibili benefici.

E questo mi fa sorridere, questo mi porta a ringraziare il cielo, per essere stato così piccolo. Ed ho notato una cosa. Io non combatto per qualcosa di mio. Non combatto per vendicare il ricordo di una vita passata, diamine non combatto neanche per la mia stessa terra. Io combatto per loro. Per la mia famiglia e per tutti coloro che non possono difendersi da mani guatate di blu, pronte a strappargli via ogni cosa. Mi ritrovo a combattere per loro, e riesco ad essere lucido per questo. Non ho un passato non ho genitori biologici, naturali che mi hanno cresciuto. Per questo motivo mi sento forte, ringrazio il cielo per non essere stato un bamboccio viziato.

Ho scelto la mia famiglia, ho scelto i miei viaggi, ho scelto come crescere e cosa apprendere dalle persone che mi stanno accanto. Amo queste persone. 

Darei la mia vita per loro, si.

Sono tornato, sono felice, mi sento forte, e sto ottenendo per la prima volta nella mia vita quello che voglio.
Sorrido, rido divertito, felice. Ho un padre, ho dei fratelli, ho un mentore che mi ha accolto fin da quando ero un moccioso, che mi ha istruito ma che soprattutto mi ha reso parte di quello che sono. Sono un Sogeki. un cecchino, anzi sono “Il Cecchino” e continuerò a migliorare, sarò in grado di coprire le spalle dei miei compagni e di aprir loro la strada in ogni missione. Di controllarli da lontano. Sto ottenendo quello che voglio, ed ho persino ottenuto una donna da amare. Non una ragazza, non una compagna. In questo ‘Verse le relazioni sono futili e complicate. Potrei morire in ogni momento, potrei ricevere io stesso un colpo in testa. Niente storie, solo avventure. Brevi ed intensi momenti suddivisi nel tempo.

Continuo a camminare, continuo ad andare avanti, procedo passo dopo passo strappando dalla vita tutto quello che mi serve. Ciò che desidero.

Note Off del Player:
John nasce più di tre anni, nella versione beta di BoS. E mi piace credere, sia stato un ottimo acquisto, non tanto un personaggio essenziale quanto importante nel portare in questo mondo fantastico, un lato della storia differente. Fra tutti gli ex-soldati, i sopravvissuti di una guerra multi-universale, John si presenta come lo spaccato di una nuova generazione rimmer. Nato su un pianeta bombardato e corrotto come Boros è cresciuto senza avere nessun legame col passato e nessun dispiacere nell’aver perso un mondo di benessere come molti. John non è cresciuto abbastanza per maturare il senso di attaccamento alla terra, alla famiglia che altri pg hanno. Per lui il ‘Verse del dopo guerra non è altro che il multi-universo in cui vive regolarmente. Nel tempo è cresciuto, è cambiato ed ha passato le normali fasi di un’adolescenza comune a molti. Sempre solare, sempre infantile si è presentato per il più delle volte come un ragazzino ignorante ma non in senso negativo. Cresciuto per la strada, non ha mai imparato la buona educazione, non conosce alcune cose, dagli oggetti materiali agli animali, a determinati cibi. Per lui la Storia e l’Universografia sono materie sconosciute, come del resto gli usi ed i consumi più consoni. Agli inizi della storia è stato arruolato da Jack Roster, un’indipendentista sopravvissuta alla guerra, la quale, avendo bisogno di volontari per sfatare il pericolo di razziatori su Gracestone, lo ha avvicinato al mondo indipendentista. Per proteggerlo, in quanto giovane, gli mise in mano un fucile da cecchino con l’unica regola di coprirgli le spalle. Quello è stato il primo passo per la crescita di un personaggio che rubava per ridere. Nel tempo ha perso questa abitudine, soprattutto per desiderio di Jack. Si è affezionato a lei ed a Cole altro membro della prima squadra dei DD. È grazie a Jack, Cole e John che si ebbe la nascita dei DD, con l’acquisto della Almost Home: la prima vera casa di John.
Ora come ora John ritorna dal terzo dei suoi viaggi, dediti alla crescita personale. Ritorna da un secondo viaggio che ha come meta Boros. Ha affrontato altre battaglie, ha ottenuto un minimo di fama nel suo paese per l’abilità nell’utilizzo del fucile di precisione. Ed è maturato. Anche se non ancora nel tutto. Quello che ho voluto rappresentare in questo ultimo post e nelle role sostenute in questi giorni è il rappresentare un’aspetto della vita di un ragazzo che si trova a cavallo tra l’adolescenza e la maturità. Quella sensazione di onnipotenza, indistruttibilità ed anche un poco irresponsabilità che tutti i ragazzi in un momento della vita sperimentano. È un menefreghismo buono, John è felice perché non ha preoccupazioni,e non ha preoccupazioni perché è convinto di essere in grado di risolvere ogni problema. Ha imparato a non farsi troppi problemi, a non preoccuparsi di cose futili dedicandosi inoltre alla propria missione personale: diventare il miglio strumento per i DD. Diventare un eccellente cecchino ed eliminare così gli usurpatori alleati.
Io personalmente sono entusiasta di questo personaggio, che ovviamente ha le sue pecche certo, ma lo amo anche per questo.